Le cronache di ogni giorno raccontano di milioni di persone che, disperate, scappano dal paese di origine a causa di guerre, persecuzioni, torture e condizioni di vita impossibili. Tuttavia, l’arrivo nel paese ospitante non è mai certo, poiché molti migranti viaggiano su barconi e carrette del mare. Mezzi privi di sicurezza che vanno incontro ad inevitabili naufragi. E, così, i media non fanno che riportare notizie di drammi umani, di persone morte nel corso del viaggio per diverse e molteplici ragioni.
C’è, però, un mezzo alternativo, soprattutto sicuro e legale a cui i migranti possono affidarsi per scappare dai pericoli e dalle guerre verso un nuovo paese di accoglienza. Si tratta dei corridoi umanitari, uno dei modelli di accoglienza, attraverso i quali gli Stati Europei possono assicurare ai migranti un sicuro arrivo, senza passare per i drammatici viaggi della disperazione.
Sono programmi dedicati alle persone più vulnerabili, che versano in condizioni particolarmente delicate e drammatiche: donne sole con bambini, donne ridotte alla prostituzione, anziani, disabili e persone segnalate alle organizzazioni umanitarie e vittime di traffici illegali o di schiavitù. I corridoi umanitari rappresentano l’unica via sicura e legale per entrare nel nostro paese e avanzare la richiesta di asilo o di status da rifugiati.
Come realizzare i corridoi umanitari?
Vediamo cosa sarò necessario fare per essere inseriti nel programma dei corridoi umanitari. Per poter essere presi in considerazione ed entrare in questo speciale programma, sarà necessario essere inseriti nell’apposita lista dai volontari inviati nelle zone a rischio da parte delle associazioni proponenti. I responsabili delle organizzazioni vagliano ogni richiesta. Le istanze accettate verranno inviate al Ministero dell’Interno Italiano, per essere sottoposte ad un ulteriore controllo. Al termine degli accertamenti, poi, le liste con i nomi dei potenziali beneficiari verranno inviate ai consolati dei paesi interessati.
Saranno proprio questi ultimi a rilasciare, laddove ne venga riscontrata l’opportunità, i “visti umanitari con validità territoriale limitata” (nel territorio italiano, in questo caso), secondo quanto previsto dall’articolo 25 del Regolamento CE 810/2009 del 13 luglio 2009. Giunti in Italia, i beneficiari dei corridoi umanitari saranno accolti dai responsabili del progetto che, coordinandosi con altri collaboratori, verranno accolti ed ospitati nelle diverse strutture presenti sul territorio.
Si parla, pertanto, del modello dell’ “accoglienza diffusa”. I profughi ospitati saranno sostenuti nel processo di integrazione sociale e culturale, guidati nell’apprendimento della lingua italiana, nel percorso di istruzione per i minori e in molte altre iniziative, funzionali all’ambientamento nel contesto italiano. Il corridoio umanitario offre sicurezza e legalità. Infatti, i migranti accolti eviteranno di mettere a rischio la loro vita nei viaggi della speranza, che la maggior parte si trasformano in viaggi della morte. Inoltre, i profughi non rimarranno vittime di trafficanti di esseri umani.
Il paese di accoglienza, poi, potrà effettuare tutti i controlli e rilasciare i visti nella piena legalità. L’Italia ha adottato il progetto “Apertura dei corridoi umanitari” dal 15 dicembre 2015, dopo la firma di un Protocollo d’Intesa tra la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Tavola Valdese e il Governo italiano. Il protocollo è stato rinnovato il 7 novembre 2017 e non crea oneri allo stato. Le risorse economiche a sostegno del progetto sono attinte direttamente dalle associazioni. Provengono soprattutto dall’otto per mille devoluto all’Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, da raccolte e donazioni.
Ovviamente, il programma italiano è estendibile ai paesi che appartengono all’area Schengen; ha raccolto il consenso di istituzioni nazionali e internazionali e leader religiosi. Corridoi umanitari degni di nota sono stati attivati anche in Francia e Belgio. Sicuramente, il programma dei corridoi umanitari rappresenta un valido strumento per migranti e profughi che cercano asilo lontano dai contesti di origine. Soprattutto si tratta di soluzioni sicure che non mettono a rischio la vita degli esseri umani e ne tutelano il rispetto dei Diritti Umani fondamentali.